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Edicola votiva via alla Cava. Nella foto il volontario '''Nuccio Rota''' mentre ripulisce l'area circostante. "Questa costruzione venne usata negli anni 1950-1958/1960 come rifugio dei minatori della cava alta, di proprietà della fam. Sofia Barili, Dervio afferma '''Elena Ongania''' - Venivano fatte brillare le mine per distacco della roccia anche molti metri in alto. Io stessa attratta dalle mine andavo a visitare anche se contrario mio padre e suoi colleghi. Ho visto la collocazione dei candelotti di polvere in punti alti dove si arrampicavano con cordate, allo scoppio delle mine e mi rifugiavo con loro in quel rifugio, scrostato e senza immagini o statue. Non ho mai visto segni o disegni sulle pareti, l’apertura era ampia per rifugiare almeno 3-4 persone (compresse tra loro) e per me bambina. La pietra veniva tagliata in massi grandi sagomati che partivano su grandi camion. Il loro camion veniva ospitato nel nostro capiente garage in Regolo per alcuni anni. La vena di questa pietra si estendeva sino alla Cava Barili di Gittana, dove si sono rintracciate nella roccia pesci e molluschi preistorici. | Edicola votiva via alla Cava. Nella foto il volontario '''Nuccio Rota''' mentre ripulisce l'area circostante. "Questa costruzione venne usata negli anni 1950-1958/1960 come rifugio dei minatori della cava alta, di proprietà della fam. Sofia Barili, Dervio afferma '''Elena Ongania''' - Venivano fatte brillare le mine per distacco della roccia anche molti metri in alto. Io stessa attratta dalle mine andavo a visitare anche se contrario mio padre e suoi colleghi. Ho visto la collocazione dei candelotti di polvere in punti alti dove si arrampicavano con cordate, allo scoppio delle mine e mi rifugiavo con loro in quel rifugio, scrostato e senza immagini o statue. Non ho mai visto segni o disegni sulle pareti, l’apertura era ampia per rifugiare almeno 3-4 persone (compresse tra loro) e per me bambina. La pietra veniva tagliata in massi grandi sagomati che partivano su grandi camion. Il loro camion veniva ospitato nel nostro capiente garage in Regolo per alcuni anni. La vena di questa pietra si estendeva sino alla Cava Barili di Gittana, dove si sono rintracciate nella roccia pesci e molluschi preistorici. | ||
La Cava bassa era di proprietà dei Calvasina Marmi e graniti Valmadrera. La cava in Gittana è stata in anni recenti erroneamente attribuita alla Cava dei Calvasina per vicinanza geografica. Mio nonno | La Cava bassa era di proprietà dei Calvasina Marmi e graniti Valmadrera. La cava in Gittana è stata in anni recenti erroneamente attribuita alla Cava dei Calvasina per vicinanza geografica. Mio nonno Bartolomeo Ongania, mi raccontò di un eremita che visse alla cava bassa a lungo e scolpi una statua di pietra a cui parlava nella sua solitudine, molti anni prima della mia nascita". | ||
Nota: | Nota: | ||
“marmo Nero di Varenna - Roccia calcarea a grana finissima (micrite), di colore nero intenso e molto compatta, le cave sono ubicate a monte di Varenna nel territorio di Perledo, è stata usata fin dai romani, a causa del suo colore nero veniva utilizzata in piccoli elementi, come cornici, modanature o tondi, in contrasto cromatico con rivestimenti in marmo bianco come alla certosa di Pavia, a santa Maria di Brera. Il colore nero è dovuto al materiale originario, ricco di resti organici derivanti specialmente da fitoplacton, si è depositato in ambiente subacqueo privo di ossigeno sotto forma di fanghiglia in lenta putrefazione (http://www.assomarmistilombardia.it/)]] | “marmo Nero di Varenna - Roccia calcarea a grana finissima (micrite), di colore nero intenso e molto compatta, le cave sono ubicate a monte di Varenna nel territorio di Perledo, è stata usata fin dai romani, a causa del suo colore nero veniva utilizzata in piccoli elementi, come cornici, modanature o tondi, in contrasto cromatico con rivestimenti in marmo bianco come alla certosa di Pavia, a santa Maria di Brera. Il colore nero è dovuto al materiale originario, ricco di resti organici derivanti specialmente da fitoplacton, si è depositato in ambiente subacqueo privo di ossigeno sotto forma di fanghiglia in lenta putrefazione (http://www.assomarmistilombardia.it/)]] | ||
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==Campallo== | ==Campallo== | ||
[[File:Campallo edicola.jpg|nessuno|miniatura|Edicola votiva di Campallo (Perledo), nei pressi della biforcazione del sentiero del Viandante tra Perledo e Regolo, all'altezza della Chiesetta di Campallo.<ref>http://wiki.valsassina.it/il-santuario-della-madonna-di-caravaggio-a-campallo/</ref> "Voto di [[Martino Ongania]], da lui costruita su terreno di sua proprietà - afferma Elena Ongania - Come | [[File:Campallo edicola.jpg|nessuno|miniatura|Edicola votiva di Campallo (Perledo), nei pressi della biforcazione del sentiero del Viandante tra Perledo e Regolo, all'altezza della Chiesetta di Campallo.<ref>http://wiki.valsassina.it/il-santuario-della-madonna-di-caravaggio-a-campallo/</ref> "Voto di [[Martino Ongania]], da lui costruita su terreno di sua proprietà - afferma Elena Ongania - Come sopravvissuto al campo Lavoro e Concentramento Germania e Campi prigionia, nei Balcani. Una seconda votiva costruita da Martino Ongania qualche anno dopo il ritorno, nel muro dell’abitazione di famiglia accanto all’ingresso in via per Esino 36 Regolo di Perledo, come sopravvissuto da campi di prigionia. La stessa motivazione lo rese partecipe e parte dei promotori della Chiesa San Defendente in Agueglio completata anni dopo la sua morte".]] | ||
[[File:Campallo nicchia con madonna (Perledo).jpg|nessuno|miniatura|Edicola votiva di Campallo (Perledo), sotto il passaggio, presso la Chiesetta di Campallo.]] | [[File:Campallo nicchia con madonna (Perledo).jpg|nessuno|miniatura|Edicola votiva di Campallo (Perledo), sotto il passaggio, presso la Chiesetta di Campallo.]] | ||
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