La storia della Stazione di Varenna
La storia della Stazione di Varenna
(Articolo a cura di Renato Ongania)
Costruzione
La costruzione della ferrovia Lecco – Colico – Sondrio, con la diramazione Colico – Chiavenna, iniziò nel 1885.
Si concluse il 1° agosto 1894 con il servizio completo.
La tratta da Lecco a Bellano venne ultimata nel 1892 e, nel 1898, venne istituita la Commissione tecnica Nicoli – Grismayer, dal nome dei due ingegneri ferroviari incaricati dall’allora ministro dei Lavori Pubblici, ingegner Giulio Prinetti, di studiare e sperimentare quattro sistemi di trazione elettrica ferroviaria.
La ferrovia Roma – Frascati venne prescelta per testare la trazione a terza rotaia ma, in corso d’opera, l’esperimento venne trasferito sulla Milano – Varese – Porto Ceresio poiché offriva maggiori carichi.
Due motrici ad accumulatori circolarono sulla Milano – Monza tra il 7 febbraio 1899 e il 31 luglio 1903: erano le RM5101 e 5102; quattro motrici analoghe, immatricolate RA 001 ÷ 004, viaggiarono su alcune linee afferenti il nodo di Bologna. Un pregevole libretto, ormai introvabile e dal titolo chilometrico che sembra un film della Wertmüller: “Società Italiana di Elettricità già Cruto. Trazione elettrica ad accumulatori. Risultati tecnico-economici dell’esperimento in corso sulla linea Bologna – San Felice esercita dalla Società delle Ferrovie Meridionali, Bologna, ottobre 1902” ne traccia con dovizia di dettagli le varie fasi.
Ma l’esperimento di gran lunga più significativo, destinato a mutare il concetto stesso di trazione ferroviaria, venne attuato tra il 1899 ed 1902 proprio sulla ferrovia della Valtellina, affidando alla Ganz di Budapest la fornitura completa di impianti e rotabili a corrente alternata trifase a frequenza “ferroviaria”, vale a dire 3.000 V poi elevati a 3.600 16 2/3 Hz.
Denominazione
Dal 1935 Varenna-Perledo-Esino, passante, situata tra due gallerie alla progressiva km 21+589 da Lecco lungo la tratta Lecco – Colico, parte integrante della linea Milano – Monza – Lecco – Colico – Sondrio meglio nota come Ferrovia della Valtellina.
Descrizione
L’impianto è impresenziato, minuscolo, dotato di due binari per il servizio passeggeri, con interposta una banchina di ampiezza ridotta. Non dispone di sottopassaggio e il piazzale di quello che fu il piccolo scalo merci è oggi adibito a parcheggio, mentre l’ex-magazzino ospita un consorzio di valorizzazione olearia locale.
Il fabbricato viaggiatori, riqualificato dopo anni di trascuratezza, è il classico edificio a pianta rettangolare, a due piani fuori terra dei quali quello superiore ospita due alloggi per le famiglie del personale ferroviario ed un locale con bagno adibito a dormitorio, oggi non più utilizzato.
Al piano terreno una sala per le dotazioni tecniche di stazione, una sala d’attesa, un ufficio di promozione turistica dove è possibile acquistare i titoli di viaggio e il III Binario, un bar molto particolare ricavato dall’androne e dal locale della biglietteria.
All’esterno, nello stile di fine ‘800 comune a molti impianti, un piccolo edificio ospita i gabinetti.
Il servizio viaggiatori e merci vi ebbe inizio nel 1892 ma la linea funzionò a regime dal 1° agosto 1894, in concomitanza con l’apertura della tratta da Bellano a Colico, e l’area di stazione conserva tuttora un’atmosfera molto turistica e belle époque, tipica un tempo degli impianti litoranei e che oggi sopravvive, con aiuole ben curate e bei roseti.
Una curiosità: negli anni ’20 del secolo scorso una vettura letti della CIWL copriva la relazione Cannes – Nizza – Ventimiglia – Genova – Milano – Tirano con sosta a Varenna.
Tecnologia
Parlare di Varenna significa ricordare il primo esperimento mondiale di trazione elettrica ferroviaria a corrente alternata trifase, attuato a partire dall’anno 1902 su una linea dalle caratteristiche planoaltimetriche tipiche delle ferrovie di montagna: curve e controcurve, alcune di raggio particolarmente ristretto, ponti e gallerie, pendenze e contropendenze.
Ancora oggi le caratteristiche del tracciato e la sagoma di alcune gallerie comportano limitazioni al transito di rotabili: la linea è interdetta alle vetture bipiano, e la composizione dei treni è penalizzata dalla ridotta lunghezza dei moduli di alcune stazioni. Tra queste Varenna, con un binario di incrocio sviluppato per meno di 300 metri lineari. La composizione massima ammessa è infatti di locomotore, oggi 464, e sette vetture MDVC compresa la semipilota.
Sull’intera linea Milano – Tirano circolano Regio Express costituiti da doppie composizioni di elettrotreni ETR 425 Coradia a cinque casse lunghi 51.900 mm. Il 24 ottobre 2020 è stato sperimentato con successo, da Colico a Sondrio, un ETR 104 Donizetti, e dal giorno successivo una flotta dei nuovi treni ha intrapreso il servizio tra Colico e Chiavenna e tra Lecco e Sondrio, migliorando sensibilmente l’offerta.
Nel 1914 la trazione trifase venne estesa fino a Monza e fu rimpiazzata dall’elettrificazione a 3 kV in corrente continua tra il 1952 ed il 1953.
Mente dell’impresa fu l’ingegnere Kálmán Kandó, eclettico ingegnere ungherese progettista e realizzatore di motori trifase di grande potenza che contribuirono notevolmente allo sviluppo delle prime locomotive elettriche.
Per la prima volta nella storia Kandó applicò la corrente alternata trifase ad alta tensione alla trazione ferroviaria, sulla linea della Valtellina, aperta nel settembre 1902 e sulla quale vennero impiegate le locomotive RA 34, poi FS E430 per i servizi merci, ed eleganti elettomotrici per quello viaggiatori.
Oltre alle locomotive 430 l’ingegner Kandó progettò anche le E550 e le E 330, fu direttore dello stabilimento Wetinghouse, poi Tecmomasio, di Vado Ligure e nella stazione di Colico, apice del Lario e punto di diramazione per Sondrio – Tirano e per Chiavenna, una targa in lingua italiana e ungherese lo ricorda.
Bibliografia
Il libro “Carbone bianco: Lecco – Sondrio, la prima ferrovia elettrificata al mondo” edito dall’Associazione Luigi Scanagatta di Varenna”, anch’esso da tempo esaurito, offre un pregevole contributo, anche iconografico, alla vicenda, pur peccando di campanilismo in quanto, ad onor del vero, la prima ferrovia elettrificata nacque a Lichterfelde, in Germania, nel 1881: dovuta al genio di Ernst Werner von Siemens, anchde se era poco più che una tranvia, elettrificata in corrente continua alla tensione di 180 V.