Diario elezioni 2021

In questa sezione si apre uno spazio di commento alle elezioni amministrative di Perledo 2021.

Eletti

Lista n. 1 Lista n. 2 Lista n. 3
LISTA CIVICA VIVERE PERLEDO
Foto di gruppo della lista civica VIVERE PERLEDO.jpg
LISTA CIVICA PERLEDO GUARDA AVANTI
FOTO GRUPPO lista civica perledo guarda avanti.jpg
LISTA CIVICA PERLEDO VIVA
Foto di gruppo della Lista Civica Perledo Viva.jpg
Perledo-lista-civica-vivere-perledo-logo.jpg
Logo lista civica perledo guarda avanti.jpg
Perledo-lista-civica-perledo-viva.jpg
GIANPAOLO VENINI Sindaco: FABIO FESTORAZZI MARINELLA SALA
Martina Cavalli Mauro Gumina
Vincenzo Andrea Adamo
Alessandra Biasotti
Giuliano Conca
Alessandra Mauri
Mariagrazia Ongania
Roberto Claudio Pasino


Candidati:

Lista n. 1 Lista n. 2 Lista n. 3
LISTA CIVICA VIVERE PERLEDO
Foto di gruppo della lista civica VIVERE PERLEDO.jpg
LISTA CIVICA PERLEDO GUARDA AVANTI
FOTO GRUPPO lista civica perledo guarda avanti.jpg
LISTA CIVICA PERLEDO VIVA
Foto di gruppo della Lista Civica Perledo Viva.jpg
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Logo lista civica perledo guarda avanti.jpg
Perledo-lista-civica-perledo-viva.jpg
Candidato Sindaco: GIANPAOLO VENINI Candidato Sindaco: FABIO FESTORAZZI Candidato Sindaco: MARINELLA SALA
Giovanna Barbaini Mauro Gumina Massimo Bonati
Mariapia Benzoni Vincenzo Andrea Adamo Michele Carganico
Valentina Carì Alessandra Biasotti Loris Conca
Alessandro Conca Giuliano Conca Rosalia Costanzo
Valentina Conca Luca Figini Nazzaro Denti
Martina Cavalli Alessandra Mauri Francesca Maglia
Fernando De Giambattista Mariagrazia Ongania Sergio Maglia
Marco Gianotti Roberto Claudio Pasino Bruno Pensa
Fabio Giussani Andrea Sale Francesca Rota
Marino Maglia Alessia Vitali Vincenzo Valenza

Fonte: Nomi dei candidati non ancora pubblicati sui media locali.[1][2][3]

** Composizione grafica a cura di WikiPerledo.

---> PROGRAMMI DELLE LISTE

DIARIO DI UN'ELEZIONE in tempi di pandemia

(a cura di Renato Ongania)

  • Lunedì 27 settembre ore 7:50

Una o due domande possono bastare per decidere chi votare

Ogni lista in corsa si è data da fare e si sta ancora facendo conoscere con incontri sul territorio a carattere pubblico. Non tutte allo stesso modo occorre dirlo. Sono state realizzate pubblicazioni cartacee della campagna elettorale con i programmi stampati a colori (cambiano i formati e la lunghezza) e sono state rilasciate interviste dei candidati al quotidiano locale La Provincia (a cura di Alessia Bergamini) -- molto simili con qualche frecciatina incrociata alla concorrenza. Si osserva un ampio utilizzo dei canali Social, in particolare la formula comunicativa scelta è quella dei gruppi Facebook (uno per ogni lista) -- ma si è scelto un profilo molto basso, poco rumore. Lì, su Facebook si presentano i singoli candidati per il Consiglio Comunale (30 + 3). Lì, su Facebook si registra il gradimento dei candidati mediante il conteggio dei "mi piace".

Il rito delle elezioni amministrative è cambiato, si è spostato su Facebook, e somiglia sempre più ad una campagna pubblicitaria astratta, "virtuale".

Cosa viene messo in vendita nella pubblicità? La promessa che ci si impegnerà per il bene di Perledo.

Il cittadino di Perledo è al sicuro perché stando alle promesse, comunque andranno le elezioni, il sindaco che verrà eletto si adopererà per il bene di Perledo.

Restando con l'analogia della pubblicità commerciale, la sfida resta quella di scoprire le differenze tra le liste e quindi orientarsi su quella che ha una dotazione potenziale migliore (la qualità potenziale migliore, ingredienti migliori, curricula migliori, esperienze migliori) - il prezzo da pagare è lo stesso per ogni lista, un po' come andare al supermarket e dover scegliere tra tre marche di acqua, tre marche di riso, tre marche di detersivi per il bucato, tre marche di shampoo.

Per semplificare, l'elettore potrebbe risolvere una prima domanda: "Vale la pena cambiare VIVERE PERLEDO?"

  • La Lista civica VIVERE PERLEDO garantisce la continuità con la passata amministrazione (è ricandidato nella lista l'attuale Sindaco come futuro Consigliere Comunale ed è guidata dall'attuale Vice-Sindaco segretario locale della Lega).
  • Le due liste civiche di cambiamento sono PERLEDO GUARDA AVANTI e PERLEDO VIVA.
  • Se l'elettore intende non cambiare nulla - dare continuità all'attuale amministrazione - sarà orientato a votare VIVERE PERLEDO.
  • Se l'elettore intende cambiare squadra amministrativa sarà portato a una scelta tra PERLEDO GUARDA AVANTI e PERLEDO VIVA.

E la seconda domanda (se la prima ha dato esito positivo) sarà: "Quale lista alternativa è meglio tra PERLEDO GUARDA AVANTI e PERLEDO VIVA?"

  • Venerdì 17 settembre ore 13:13

(e-mail di Valerio Ricciardelli)

Lesson learned dei decreti delegati della Val d’Esino - Una storia iniziata nel 1974

Abituato, ormai da tempo, a vivere nel “rattrappimento del presente” (cfr. documento Censis- De Rita), c’è per me l’alto rischio che si atrofizzino le meningi e si perda anche la memoria a lungo termine.

Infatti ringrazio per avermi ricordato il tema della scuola e dei “decreti delegati”, forse una “lesson learned“ perduta ma che meriterebbe di essere perlomeno ricordata, in modo che i potenziali responsabili delle scelte future ne conoscano almeno la sua genesi e funzione avuta nella comunità.

Non so quanti sanno o ricordano che nel maggio del 1974, nell’ordinamento scolastico italiano, furono introdotti i così detti decreti delegati e furono istituiti gli organi collegiali di governo della scuola (consiglio di istituto, di circolo, di classe, ecc.).

Fu una novità, forse talvolta mal usata, ma per la gente dell’epoca della Val d’Esino fu un momento di riflessione e di partecipazione importante.

Infatti, un gruppo di persone, sensibili al tema della scuola e dell’educazione dei giovani, dei tre comuni (Esino, Perledo, Varenna), si ritrovò quasi per caso ad occuparsi di questa novità e per la prima volta si comprese che le tre comunità dovevano riflettere congiuntamente su un argomento di interesse comune: la scuola e l’educazione dei giovani.

C’era anche una ragione: le scuole medie erano a Bellano e là confluivano gli allievi dei tre comuni, il circolo didattico delle elementari era invece a Mandello dove confluivano le scuole elementari.

Non sapevamo ovviamente niente dei nuovi decreti delegati, ma sapevamo che avrebbero condizionato la politica scolastica del futuro, quindi li abbiamo studiati bene, coinvolgendo tutte le famiglie e abbiamo dato vita a un piano di partecipazione attiva nella scuola. Fummo veramente i pionieri dell’applicazione di quella novità.

Non intervennero le amministrazioni comunali, allora le priorità di governo erano ancora sulle opere da realizzare e non sulla comunità. Intervennero invece, in quel progetto, delle persone che ricordo con grande piacere e con grande affetto e con loro abbiamo fatto tanto.

A Varenna intervennero Derflingher, da poco scomparso, Cavalli che divenne poi sindaco, Chiappa, e successivamente anche Giampiero Maggi; a Perledo ci fu Mirco Maggioni, successivamente Romualdo Sala, per Esino me ne occupai io, con mio padre, Matteo Grassi, Sergio Carissimo e successivamente Fiorenzo Viglienghi e tanti altri.

Dapprima studiammo bene i decreti delegati e poi li presentammo a tutti i genitori in tre riunioni fatte nei tre comuni. Poi ragionammo sulle nostre necessità e sulla nostra partecipazione attiva al governo delle scuole e si diede vita alle liste dei candidati della Val d’Esino, per la scuola media e per le elementari, che ottennero una grande adesione da parte dei votanti.

Alle prime votazioni, più del 90% dei genitori dei tre paesi andarono a votare. Fu un successo enorme: ne scrissero i giornali.

Mirco Maggioni divenne poi il presidente del consiglio di circolo, con sede a Mandello, e nel consiglio entro anche Sergio Carissimo di Esino, a Bellano, nel consiglio di istituto entrarono Derflingher che fu poi vicepresidente e mio padre che quando terminò il suo mandato fu sostituito da Matteo Grassi.

Gli eletti lavorarono molto bene e produssero molti risultati, creando nelle famiglie una grande sensibilità al tema dell’educazione e dell’istruzione.

Quell’esperienza fu poi la nube fondatrice dei “giochi della gioventù della Val d’Esino” che per alcuni anni furono fatti ad Ortanella in due edizioni: quella primaverile e quella estiva. E il “focus” non era il gioco, ma il progetto educativo dei giovani, che sia pur con le nostre poche “attrezzature” e competenze ci impegnavamo ad applicare.

Mi chiedo se quella o quelle visioni, nella “società liquida” di Bauman siano ancora attuali.

Recentemente furono applicate alla scuola per genitori che era stata messa in piedi a Esino: parteciparono anche genitori perledesi. Poi si discusse il tema della sopravvivenza delle piccole scuole nei piccoli comuni in un convegno a Lecco, di cui mi feci carico dell’organizzazione.

Alle iniziative non ci fu seguito.

Torna allora interessante la domanda: ma come sarà il futuro del territorio, rispetto i processi di cambiamento che coinvolgono tutti?

E quanto il sistema amministrativo attuale, nella sua organizzazione complessiva, sarà ancora coerente con i bisogni del “soggetto” che si vuole amministrare?

Qualche esperto di queste cose esemplifica la questione affermando che ormai dappertutto manca lo “strabismo amministrativo”, intendendo l’associazione alla visione dei problemi nel breve termine, quella della visione dei problemi a lungo termine e quindi il sistema è zoppo perché manca la governabilità delle due dimensioni.

Ma se nel passato la visione a lungo termine era anch’essa concentrata sulla singola unità da amministrare, oggi probabilmente non è più così e forse il lungo termine va studiato, compreso, progettato in un sistema allargato.

Che la “lesson learned” dei decreti delegati possa fornire qualche spunto?

  • Giovedì 16 settembre 9:45

(e-mail di Valerio Ricciardelli)

Apprezzo gli stimoli che proponi, che sarebbero stati molto funzionali nell’agorà “piena di pensatori” di più di duemila anni fa.

Oggi, per “stare con i piedi per terra” ci può aiutare molto Zygmunt Bauman con il suo concetto di 'modernità o società liquida'. Ma è chiaro cosa si intende esattamente per società liquida? “Con la crisi del concetto di comunità (e ne discutiamo a lungo perché i documenti antichi ce lo dimostrano) è emerso un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi.

La politica attuale non è così? Anche quella locale.

Questo soggettivismo – come scriveva Umberto Eco  - ha minato le basi della modernità, l’ha resa fragile, da cui in una situazione dove manca ogni punto di riferimento (quali sarebbero i punti di riferimento?), tutto si dissolve in una sorta di liquidità. Si perde, per esempio, la certezza del diritto e le uniche soluzioni per l’individuo senza punti di riferimento sono da un lato l’apparire a tutti costi,  e il consumismo. Però si tratta di un consumismo che non mira al possesso di oggetti di desiderio in cui appagarsi, ma che li rende subito obsoleti, e il singolo passa da un consumo all’altro in una sorta di bulimia senza scopo”. Vivere nel rattrappimento del presente, come dice Giuseppe De Rita. La modernità liquida, per dirla con le parole del sociologo polacco, è “la convinzione che il cambiamento è l'unica cosa permanente e che l'incertezza è l'unica certezza”.

Questi sono i confini dentro i quali si dovrebbe intendere la politica come l’applicazione al bene comune!

Allora la prima domanda che viene è: ma queste architetture amministrative e tutto quello che ne consegue sono ancora le cose giuste per affrontare le nuove esigenze della “società liquida”?

Purtroppo non c’è più Bauman, perché avrebbe potuto scrivere un saggio dal titolo: quale modello di amministrazione locale per la società liquida.

  • Martedì 14 settembre ore 10:02

Le tre formazioni sono scese completamente in campo: oltre agli attuali eletti che hanno deciso di ripresentarsi, "hanno lasciato gli spalti" della politica moltissimi perledesi (ben 19)!

Le fasi canoniche della campagna elettorale si stanno succedendo una dopo l'altra (deposito liste, foto di gruppo, presentazione social dei candidati) - seguirà con ogni probabilità la presentazione dei programmi con incontri sul territorio. Oltre ovviamente ad una caccia al voto porta-porta, al bar, in piazza, in casa, in ufficio, in negozio... ovunque e in ogni occasione!

In questo modo la ritualità delle elezioni si rinnova con il vecchio che lascia spazio al nuovo, secondo i ritmi dettati dal sistema elettorale (ogni 5 anni) e "il vecchio" che cerca di resistere alle nuove spinte di cambiamento.

I nuovi candidati, gli esordienti, cioè coloro che sono alla prima esperienza sono equamente distribuiti tra la lista civica PERLEDO GUARDA AVANTI e la lista civica VIVERE PERLEDO, mentre abbondano (9 su 11) nella lista civica PERLEDO VIVA.

  • Nella lista guidata da Fabio Festorazzi ci sono 5 esordienti
  • Nella lista guidata da Marinella Sala ci sono 9 esordienti
  • Nella lista guidata da Gianpaolo Venini ci sono 5 esordienti

Per quanto riguarda i nomi rimangono ancora misteriosi gli incarichi di Giunta, e difficilmente verranno svelati durante le elezioni.

I candidati sindaci una volta eletti nomineranno in Giunta degli esterni? Chi?

  • Martedì 7 settembre ore 9:48

(e-mail di Valerio Ricciardelli)

Leggo con curiosità e mi complimento delle osservazioni argute, pertinenti, assolutamente necessarie: un raggio di sole per intendere la politica, anche quella locale, come l’applicazione al bene comune.

Ma è veramente così?

Non entro nella specificità delle prossime elezioni perledesi, non mi compete.

Voglio invece, da storico apprendista, fare qualche osservazione.

Nelle carte vecchie dei secoli scorsi, a partire da fine Quattrocento, mi era molto chiaro cosa amministrassero le “vicinanze” di Monte di Varenna (Perledo).

Sono bellissimi e istruttivi i documenti delle vicinanze di Perledo e frazioni, dove i capifamiglia, con una chiara visione del bene comune, amministravano la comunità per il bene di tutti.

Era chiara la visione di quel mondo, gli interessi pubblici da salvaguardare e come applicarsi per salvaguardarli. E siamo nel Cinquecento.

Oggi mi chiedo: ma cosa si amministra? Un paese? E cos’è? Una comunità? E cos’è?

Osservo che, almeno per me, non è innanzitutto chiaro cosa si amministra. Forse non sono esperto di pubblica amministrazione, anche se ho fatto il pubblico amministratore per tanti anni

Se fosse una comunità, cosa si intende per comunità?

Osservo che nel Cinquecento erano chiari i bisogni di amministrazione che andavano soddisfatti. Oggi, se ci sono, quali sono? Non mi sembra che nella lista dei bisogni primari di Maslow ci siano quelli di una buona amministrazione. Osservo che se l’amministrazione è buona o meno non interessa nessuno, infatti ognuno si arrangia per conto proprio. E’ la ragione per cui c’è una disaffezione totale verso la politica, a meno del gossip, che però è solo gossip da usarsi per passatempo, gradito ancor di più se condito di contrapposizioni, anche belliche e altro.

Ma è questo di cui abbiamo bisogno per occuparsi del bene comune?

I capifamiglia del Cinquecento sapevano cosa dovevano amministrare. Non avevano bisogno dell’apparenza, erano concreti, determinati, al servizio del bene comune.

Nella mia ingenuità di uomo del Novecento, cresciuto studiando De Gasperi, Schuman, Adenauer che ha frequentato le nostre terre (chi se lo ricorda?), mi aspetterei una visione della politica, anche in ambito locale ristretto, semmai supportata dall’analisi dei possibili futuri scenari, per poi definire degli obiettivi per amministrare bene il soggetto che si vuole amministrare. Ma sappiamo qual è il soggetto che si deve amministrare? E’ un paese, o una comunità e cosa si intende per comunità?

I termini hanno un loro significato.

Allora, dagli scenari, che indirizzano la visione, poi gli obiettivi, quindi le strategie, poi i piani di execution, quindi gli strumenti per verificare la realizzazione di una buona amministrazione, si comprende dove e come vogliamo costruire il nostro futuro.

Faccio fatica a capire come si possono costruire i programmi delle future amministrazioni se non si applica questa grammatica di base.

Ogni tanto sento parlare di scelte democratiche e di democrazia come strumento per amministrare bene.

Ma siamo sicuri che la democrazia è sufficiente? Forse non serve anche un po’ di competenza?

Se andiamo da un medico e abbiamo una grave patologia, le misure di cura sono prese secondo il principio della democrazia o della competenza?

Talvolta l’unità da amministrare è un soggetto afflitto da tante patologie e forse non sarebbe male che allo strumento democratico si affiancasse qualche buon strumento delle competenze.

Ma vengo al nostro territorio, da storico in erba, e guardo al futuro (scenari) con la deformazione di chi si è occupato spesso di organizzazioni, di varia natura anche complesse.

Ci saranno ancora le nostre unità amministrative odierne (i comuni) e come si governeranno?

Penso di no, l’applicazione di possibili scenari mi dice di no.

Allora cosa faremo e come ci prepareremo al cambiamento?

I campi soggetti al cambiamento sono due: l’organizzazione amministrativa ( i comuni), ma questo è facile per gli addetti ai lavori, e il campo dell’identità territoriale (le comunità), salvaguardando la propria storia e tradizione, come elementi di valore, qui è un po’ più complesso.

Attenzione che comuni e comunità sono due entità completamente diverse e non vanno confuse.

Mi piacerebbe confrontarmi con chi se ne dovrebbe occupare, almeno per sapere se ci sono idee e quali sono, e certamente per imparare.


  • Lunedì 6 settembre ore 12:40

Prepariamoci. Tanti concorrenti (33), ma non è una corsa. E' certo che non vincerà il più veloce e nemmeno quello con maggiore resistenza (elementi tipici della corsa di velocità e di resistenza). Le elezioni verranno vinte da quella lista che saprà comunicare meglio. Un comunicare che serve a convincere (uno dei rari casi in cui convincere qualcuno della bontà di qualcosa non può essere visto come reato), vincere con (dal latino 'cum' = insieme a) -- sempre dal lat. convincĕre (a tacere, a seguirmi, a tentare l’esperimento). Con soggetto di cosa: fatti, argomenti, prove che convincono. Per completare la definizione di "convincere", comunicare per convincere della miglior bontà del progetto della lista.

Si potrebbe aggiungere che "comunicare" in un piccolo comune come Perledo, tra lago e monti, vuol dire capacità di "costruire relazioni" con il proprio elettorato (quasi 600 elettori). Relazioni con un livello di profondità molto vario. Ed è così, un bacino di voto che è spesso famigliare o comunque nell'ambito della cerchia degli amici e conoscenti. Quando i candidati Sindaci di Perledo strutturano la propria campagna di comunicazione giustamente puntano molto sul tessere relazioni, cercando di intuire quali sono gli interessi individuali dei singoli e cercare di adattare il proprio programma per "vendere" la propria come la miglior soluzione a quel "bisogno" o interesse, a volte timidamente un interesse solo accennato.

Così i programmi delle liste si riempiono di interessi pubblici da aggiustare, curare, sistemare. I programmi si modellano sull'elettorato, questo è il compromesso della democrazia di un piccolo comune, una dinamica molto curiosa.

Ovviamente vincerà la concretezza, il pragmatismo e il clima di fiducia che si riuscirà a creare intorno alla lista. Detto in altre parole vincerà la lista migliore (il candidato migliore), dove "migliore" va declinato in una capacità specifica: quella di comunicare per convincere, quella di comunicare per creare relazioni personali con l'elettorato (od orientarle al sostegno se già presenti).

In questo processo generalizzato di "caccia al voto" che dura un mese, sappiamo che si inseriscono distorsioni, ricatti non espliciti, non-detti che fungono da ricatto, promesse non-mantenute, voltafaccia, e forse anche ti do il voto se... i rapporti personali si incrinano. E vi è un generale disvalore della comunità, paradossalmente proprio quella Comunità che l'istituzione Comune dovrebbe far crescere, tutelare, valorizzare.


  • Domenica 5 settembre ore 10:36

Lecconotizie.com (per primo) ha reso pubblici i nomi dei candidati pertanto siamo in grado di riprodurre una tabella con le tre liste in corsa su WikiPerledo. Non appena disponibili renderemo noti anche i programmi delle rispettive liste (progetti per il mandato che si propongono di eseguire). Sarebbe utile, in una chiave di trasparenza, disporre anche del curriculum vitae di ogni candidato sindaco per agevolare il processo di trasparenza delle elezioni amministrative.

Come unico commento del giorno, ci rallegriamo della presenza dell'attuale Sindaco, Sig. Fernando De Giambattista, nella lista civica guidata dall'attuale Vice-Sindaco Gianpaolo Venini.


  • Sabato 4 settembre ore 11:36

Il prossimo 3 e 4 ottobre 2021 a Perledo si celebra il rituale democratico delle elezioni comunali. Verranno scelti i futuri Consiglieri Comunali ed il Sindaco.

Ai blocchi di partenza si sono presentati in 33, suddivisi in 3 squadre. Ogni squadra (lista civica) è composta da un candidato sindaco e 10 candidati consiglieri comunali.

Una sfida molto impegnativa considerando che 2 candidati su 3 non entreranno "nel palazzo". In un paese piccolo come Perledo non è esagerato parlare di spreco, considerando che ogni candidato che ha deciso di abbracciare il proprio progetto di lista, ha assunto su di sé delle precise responsabilità di impegnarsi per il bene comune. Spreco che potrebbe essere scongiurato se la competizione elettorale sarà intesa come un inizio, a prescindere, per un impegno pubblico per la collettività, indipendentemente dall'esito che uscirà dalle urne. Sarà per tutti un inizio o una continuazione di impegno per il bene comune?

In questa chiave di lettura, ottimisticamente, esiste una quarta lista (non votabile), composta da tutti e 33 i candidati, chiamiamola per semplicità "La lista dei 33". E' una lista civica di coraggiosi aspiranti rappresentanti che il 5 ottobre diventa Altro, quel che resterà delle intenzioni, dei postulati elettorali.

WikiPerledo si schiera per la quarta lista, appunto, La lista dei 33, quella che non è votabile, ma che è in fin dei conti la più importante: misura il battito del cuore che batte per Perledo e che viene gettato oltre l'ostacolo per battere nei mesi e negli anni a venire.

La prova delle elezioni amministrative del 2021 potrebbe essere vista come un passaggio necessario "di investitura" per l'impegno politico per la collettività.

Per alcuni (i primi 11 che otterranno maggiore appoggio) sarà anche il trampolino per essere idealmente rappresentativi (più precisamente legittimi rappresentanti), per altri solo un'occasione per essere cittadini di serie A, cittadini impegnati, attivi, partecipanti al pari di altri che non hanno imposto a se stessi di essere potenzialmente rappresentativi.