Ex Rifugio Albiga

Fotografia (cartolina) anni Trenta del Novecento dell'Ex Rifugio Albiga. Nella foto Franco Mattarelli riconosce suo bisnonno Emanuele Mattarelli (il fondatore), con sua bisnonna Caterina Grassi di Esino Lario, sua nonna Rosa Colombo di Pagnona.Il resto delle persone fotografate, probabilmente, risponde ai primi clienti simpaticamente chiamati "Baüscia" della provincia.

L'Ex Rifugio Albiga, già noto anche con il nome di Albergo Ristoro ALBIGA[1], oppure di Rifugio Monte Albiga, oppure Albergo Monte Albiga, oppure Rifugio Ristoro "MONTE ALBIGA"[2], è un edificio storico ora adibito ad abitazione privata costruito su tre piani che si trova in località Albiga di Perledo, a circa 900 m slm.

Si tratta di un edificio ad uso residenziale già dal 1995, ovvero dalla fine dell'attività ricettiva.[3]

Nonostante abbia perduto la funzione di rifugio montano, rimane raggiungibile dall'abitato di Gisazio mediante una mulattiera nei pressi della chiesetta dedicata a S. Anna, oppure dalla località Agueglio.

L'area dell'ex rifugio è raggiungibile a piedi anche dalla frazione di Bologna, imboccando il sentiero che prende il via dall'eliporto.

Il rifugio divenne popolare e frequentato a partire dagli anni Trenta del Novecento, in modo particolare nel periodo estivo. Era dotato di un campo da bocce, un punto ristoro, un bar e alcune stanze per ospitare i villeggianti (pensione). Ha dismesso ogni funzione ricettiva dal 1999.[4]

Etimologia del termine "Albiga"

L'etimologia è incerta. Da confrontare con il Monte Galbiga.

Il termine Albiga, più probabilmente, farebbe risalire il toponimo al concetto di 'Civitas Albigensium', la "città" situata su un’altura (monte Albiga).

Una seconda ipotesi, priva di alcun indizio, è che il toponimo poiché appare in uso in Francia dal 30 a.C. al 640 d.C.[5] e coincide con la città di Albi, da questi sarebbe derivato.[6] Dal sec. 11° al 13° Albi fu il focolaio principale del movimento eretico degli albigesi, seguaci dell’eresia catara (catari). Gli albigesi, dopo alcuni tentativi di rivolta (1240-42, 1245), in parte emigrarono e in parte passarono al cattolicesimo, diminuendo sempre più di numero e segnando così la fine della civiltà occitanica.[7]

Una terza ipotesi, meno probabile, riguarda il cognome "Albiga", un lemma che indica un cognome, di origine francese. Ma non appaiono tracce di alcun Albiga in alcun registro o atto notarile.[8]

Storia dell'edificio

 
Sant'Eustachio.

Prima menzione anno 1746

L'Arcivescovo di Milano Giuseppe Pozzobonelli riferisce nella sua visita del 1746 dell'esistenza di un oratorio alpestre di Sant’Eustachio detto in Monte di Albiga (Visita Pozzobonelli, Pievi lacuali).[9] Rispetto al culto di S. Eustachio, patrono dei cacciatori, si rileva che a Barzio, comune relativamente vicino, è presente una edicola votiva dedicata al santo.[10]

L'edificio sarebbe stato una dimora di frati (iscrizione 1749).[11]

Vittorio Adami riferisce che nel 1792 era registrato Il Prato degli Spini, situato nel monte di Albiga.[12]

L'albergo

Nel 1927 viene utilizzato un timbro artistico con inchiostro viola che viene posto sulle cartoline prodotte da Ed. B. Adamoli (Varenna) con la seguente dicitura:

"ALBIGA

alt. m. 850

Sopra Varenna Lago di Como

Ottima Posizione Climatica

Splendida vista - amene passeggiate

EMANUELE MATTARELLI prop."

Nel 1933 è presente come "Albergo Monte Albiga", come affiliato al C.A.I.[13] Mentre nelle cartoline, nello stesso anno, appare con la dicitura "Albergo Ristoro ALBIGA".

Il 16 settembre 1934 si registra un Raduno di Alpini di Bellano in Albiga.[14]

Il 26 settembre 1937 si registra un Raduno di Alpini di Bellano in Albiga.[14]

Nel 1940 è presente nella Gazzetta Ufficiale come "Locanda" di proprietà di Francesco Mattarelli.[15]

Seconda guerra mondiale

Durante la seconda guerra mondiale gli edifici sarebbero stati utilizzati per scopi militari.

Il secondo dopoguerra

Per tutto il secondo dopoguerra ha ripreso le funzioni ricettive.

Dal 1999 abitazione privata

Dal 1999 l'immobile è adibito esclusivamente ad abitazione privata.[4]

Punti di interesse

Il monte Albiga raggiunge i 917 m slm.

In Albiga si trovava anche un'antica nevera, dove un tempo veniva conservata la neve per la conservazione dei prodotti.

Nei paraggi sono ancora presenti un gruppetto di baite.

La zona è ad alto interesse geologico per via del ritrovamento nel passato di alcuni fossili e di alcune doline e dossi a cupola.[16]

In zona sarebbe precipitato un velivolo negli anni Sessanta e i resti "andati a ruba".

Itinerari in mountain bike

Anello Bellano, Albiga Perledo, Bellano: https://it.wikiloc.com/percorsi-mountain-bike/anello-bellano-albiga-perledo-bellano-36341889

Itinerari a piedi

Video

Memoria collettiva

Per contribuire alla memoria collettiva[17] inviare una mail a info@perleidus.org con fotografie, ricordi, aneddoti, cartoline...

"Ho in mente delle situazioni comuni a molti coetanei .

Escursione con la scuola o l'oratorio.

Partenza in gruppo da Perledo, passando dal bar "la fonte", dopo Selva cominciava la mulattiera acciottolata verso Bologna. Li, passato l'abitato il sentiero proseguiva nei prati, si entrava nel bosco e poi dopo in paio di tornanti si sbucava nel lato inferiore della radura, con il rifugio che appariva sulla sinistra.

Il tragitto era condito con i cori alpini ; ricordo che al ritornello della canzone Sul cappello dopo "il corpo degli alpin" si aggiungeva " che ghe pias al vin".

Colazione probabilmente al sacco, ma un ghiacciolo o una bibita al rifugio spesso ci scappava.

Bei momenti, e non perché eravamo piccoli e spensierati" (Ottavio Ongania, 13 marzo 2022).

"Che bei ricordi.La camminata da Gisazio con tutta la famiglia gli zii i cugini per andare a mangiare la pasta con ragù e brasato con polenta sui tavoli nel retro.E poi una partita a bocce" (Giuseppe Rossetti, 13 marzo 2022).

"5 giugno 1978, cerimonia di nozze nella chiesetta degli alpini ,non ancora finita, e pranzo presso il rifugio Albiga a base di polenta, cacciatora, salumi eccc" (Luciano Redi, 13 marzo 2022).

Curiosità - Una ricetta che risale agli inizi del XX secolo, "Il Sugo Albiga"

 
1909. Cartolina della stazione di Allston.
 
Foto panoramica dell'Hotel Sommerset.
 
Antonio Dellamano.

A cura di Renato Ongania

Tra le cose più curiose che si perdono nel mito dell'Albiga, vi è certamente The Albiga Sauce - tradotto in un italiano maccheronico suonerebbe "Il Sugo Albiga". Il toponimo dell'amena località, perduta nei boschi sopra Gisazio e sotto l'Agueglio, agli inizi del XX secolo diventa, per la prima volta nella storia, il nome di un sugo.

Ma quali ingrediente segreti contiene il Sugo Albiga? Chi l'ha inventato?

Per questa narrazione, volutamente romanzata e privata della sofferenza dei nostri connazionali che hanno vissuto il dramma dell'emigrazione in America, andiamo indietro nel tempo e fermiamo l'orologio della storia al primo gennaio 1905 ad Allston, un quartiere di Boston, nel Massachusetts (USA).

Il protagonista è Antonio Dellamano (nato il 25 maggio 1881), figlio di Francesco e Teresa Borlenghi di Gisazio (Perledo), Antonio si trova impegnato nella brigata di cucina degli hotel di Boston e ad un certo punto della sua carriera lavora all'Hotel Sommerset, tra i più rinomati della città, all'angolo tra la Commonwealth Avenue e la Charlesgate East.

Sono tempi duri per gli emigrati italiani[18] e lui con una certa astuzia francesizza il proprio nome in "Antoine" perché era convinzione diffusa che i migliori Chef de cuisine del mondo fossero francesi. Una volta valorizzato il proprio nome di battesimo occorreva tirare fuori dal cilindro qualche numero esclusivo, capace di stupire i palati.

E allora appare evidente che le migliori risorse da cui poteva attingere erano le proprie origini, la propria piccola Gisazio e i boschi dove certamente è stato da bambino, l'Albiga... magari dove andava a cercar funghi!

La storiella, nella sua semplicità, si conclude con una ricetta in parte segreta, in parte svelata.

Ci arriviamo attraverso i ritagli di giornale del tempo...

Antoine Dellamano (la pronuncia francese non lascia spazio a molte interpretazioni: Antuàn Dellamanò), appare sul primo numero del 1905 della rivista allegata al giornale The Sunday Herald di Boston, accanto a mastri culinari dei migliori club di Boston tra cui il New Algonquin, l'Union, il Brunswick e il Mieusset's.

La descrizione del Sugo Albiga:

"Un sugo condensato di pomodoro con funghi preparato in maniera speciale.

Indicato per carne, pesce, maccheroni, spaghetti, riso, ecc.

Fatto e venduto solo da Antoine Dellamano Company".

Istruzioni per l'uso

Firmate da A. Dellamano

"Come usare il Sugo Albiga con spaghetti o maccheroni.

  • Bollire 450 gr. di spaghetti o maccheroni in 4,5 litri di acqua per 18 minuti.
  • Mettere in uno scolapasta e togliere tutta l'acqua.
  • Aggiungere il Sugo Albiga con 6 cucchiai da tavolo, 50 gr. di formaggio parmigiano grattugiato, servire molto caldo.
  • Ciò renderà delizioso il vostro piatto".

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Questa storiella va ad aggiungersi alle tante storie di vita, personali, non sempre a lieto fine, dei nostri emigrati che hanno dovuto re-inventarsi per sopravvivere all'estero come cittadini italiani all'estero perché il loro paese era povero.

Collegamenti esterni

Note

  1. Dicitura che compare su una cartolina viaggiata anno 1933, di proprietà di Perleidus - piccolo museo.
  2. Dicitura in cartolina dell'Ass. Nazionale Alpini Sezione di Lecco, Stab. Pezzini Milano. Proprietà di Perleidus - piccolo museo. Dicitura confermata in un'altra cartolina viaggiata del luglio 1962 (Proprietà di Perleidus - piccolo museo), ma senza virgolette.
  3. https://albigaproprieta.it
  4. 4,0 4,1 http://www.lariolakecomo.com/punto_interesse.php?id=240
  5. https://pleiades.stoa.org/places/246155
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Albi_(Francia)
  7. http://156.54.191.164/enciclopedia/albi/
  8. https://www.filae.com/nom-de-famille/ALBIGA.html
  9. .https://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8114010/
  10. https://www.google.com/maps/uv?pb=!1s0x4784051230b20da3%3A0xeb40318d10c8a7ed!3m1!7e115!4shttps%3A%2F%2Flh5.googleusercontent.com%2Fp%2FAF1QipO_EsHTL7tSGwgsWaYMXFCliW0QTAndB-g5ukx-%3Dw426-h320-k-no!5sEdicola%20Votiva%20Sant%27Eustachio%20-%20Barzio%20(lc)%20-%20Cerca%20con%20Google!15sCgIgAQ&imagekey=!1e10!2sAF1QipO_EsHTL7tSGwgsWaYMXFCliW0QTAndB-g5ukx-&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwi6_dviu8H2AhUEtaQKHSIwCrQQoip6BAgwEAM
  11. https://digilander.libero.it/wlake/Perledo_sentieri.html
  12. https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Vittorio_Adami,_Varenna_e_Monte_di_Varenna_(1927).djvu/473
  13. https://tecadigitale.cai.it/periodici/PDF/Lo%20scarpone/Lo%20scarpone_1933_12_15_24.pdf
  14. 14,0 14,1 http://www.alpinicomo.it/wp-content/uploads/2017/01/avvenimenti-e-manifestazioni-1.pdf
  15. https://books.google.it/books?id=VsV-5QDGMFoC&pg=RA3-PA87&lpg=RA3-PA87&dq=Franco+Mattarelli+Albiga&source=bl&ots=4wZz_dNusJ&sig=ACfU3U3IBJXQ-i8Xcd_SbPpWKUJz-lw1pw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj1ssCTwsH2AhX0wQIHHYceAMIQ6AF6BAgCEAM#v=onepage&q=Franco%20Mattarelli%20Albiga&f=false
  16. http://www.grupponaturalisticobrianza.it/wp-content/uploads/2016/10/rivista-2007-3.pdf, p. 61
  17. https://www.larionews.com/cultura/perledo-progetto-per-ricordare-quando-si-andava-in-albiga-e-nutrire-lo-spirito-di-comunita
  18. https://it.wikisource.org/wiki/Varenna_e_Monte_di_Varenna/Secoli_XIX_e_XX/Espatriati