Ritrovamento Luftwaffe alla Cava alta

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Messerschmitt Bf 109 - The Luftwaffe 1939-1945 CH15662

Il Ritrovamento Luftwaffe alla Cava alta di Perledo è ancora avvolto nel mistero

(a cura di Renato Ongania, 12 dicembre 2020)


La zona del ritrovamento è una ex cava. L'oggetto è stato rinvenuto ai primi di dicembre 2020 da una ditta che aveva l'incarico di tracciare un metanodotto, quindi un ritrovamento del tutto accidentale. Come di consueto, date le circostanze e i sospetti che si trattasse di un ordigno militare, si è avviato il protocollo di sicurezza che ha coinvolto la Prefettura di Lecco, il Genio dell'esercito e le unità di pronto intervento locali.

Parallelamente il piccolo museo di Perledo ha inoltrato una richiesta all'esercito per avere il manufatto.

Una volta estratto dal terreno ove era conficcato e ricoperto da sassi e terra per buona parte, il manufatto è apparso essere un serbatoio vuoto in dotazione agli aerei di guerra nazisti della Luftwaffe.

È seguita un'indagine per scoprire la storia del ritrovamento.

L'indagine è stata condotta dal piccolo museo di Perledo che ha coinvolto tre comunità online di esperti di archeologia militare (aerei) della seconda guerra mondiale.[1][2][3]

Allo stato attuale l'ipotesi più accreditata è la seguente:

Il manufatto, lungo quasi 190 centimetri, sarebbe un serbatoio ad uso degli aerei Luftwaffe. Sarebbe stato montato sotto l'ala e sganciato una volta svuotato del proprio contenuto. La funzione di tale serbatoio, secondo gli esperti che sono intervenuti nell'indagine, sarebbe stata di fornire al motore una miscela di acqua e metanolo per aumentare la potenza dei motori aeronautici, iniettato alla stessa pressione del carburante.

MW50

Methanol Wasser 50, cioè "Metanolo Acqua 50", dove 50 indicava la percentuale in volume del metanolo nella miscela) era un sistema per aumentare la potenza dei motori aeronautici utilizzato dalla Luftwaffe durante la seconda guerra mondiale. Il sistema permetteva di aumentare la pressione di sovralimentazione, al di sotto della quota di adattamento, iniettando una miscela composta da metanolo e acqua nel condotto di aspirazione. Esistevano varie "bombole" di diversa capacità. Dai 70 ai 140 litri. L'esemplare ritrovato alloggiava all'interno dei serbatoi supplementari, quindi sganciabile. Conteneva una mistura di acqua e metanolo in proporzione del 50% acqua, 49,5% di metanolo e 0,5% di olio minerale protettivo.

Il manicotto saldato

Il "manicotto" saldato è il punto dove veniva raccordato il contenitore al sistema che portava la mistura agli iniettori (sistema che veniva azionato da un apposito interruttore nei pressi dei comandi del pilota).

Il coperchio

Il "coperchio" è nella sua posizione naturale: tramite la valvola veniva riempita quella che altro non è che una bombola.

Zona del ritrovamento

La zona è stata protagonista di una importante attività di estrazione mineraria, ora non più operativa, ma rinomata per il prestigioso minerale estratto, il cosiddetto marmo nero di Varenna.


Ipotesi alternativa

Il manufatto potrebbe essere la riconversione del serbatoio, quindi un arnese utilizzato come strumento ad uso dei cavatori, cioè una bombola di gas pressurizzata per effettuare gli scavi pneumatici.

A conferma di questa ipotesi nei pressi della zona è stato ritrovato anche un carrello giallo che poteva servire per il suo trasporto, in uso ai cavatori.

Note