Ritrovamento Luftwaffe alla Cava alta

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Messerschmitt Bf 109 - The Luftwaffe 1939-1945 CH15662

Il Ritrovamento Luftwaffe alla Cava alta di Perledo è ancora avvolto nel mistero

(a cura di Renato Ongania, 17 dicembre 2020)


La zona del ritrovamento è una ex cava dove si estraeva il marmo nero di Varenna, utilizzato in varie parti del mondo bel abbellire chiese e monumenti. Nella zona si utilizzavano cariche esplosive al tritolo ed erano impiegati dai 10 ai 20 lavoratori. Si riporta un incidente mortale nella zona vicina al lago.

Purtroppo non c'è più nessun cavatore a cui chiedere se ha mai visto quella bombola o bombole simili, tuttavia da una testimonianza emerge che negli ultimi tempi di attività della cava, ora dismessa, si faceva uso di un compressore.[1]

L'oggetto è stato rinvenuto ai primi di dicembre 2020 in maniera del tutto accidentale.[2] La bombola, "un presunto ordigno bellico", in base alle fotografie riportate sui giornali era ricoperta da terra per buona parte della sua lunghezza.

Come di consueto, date le circostanze e i sospetti che si trattasse di un ordigno militare, si è avviato il protocollo di sicurezza che ha coinvolto la Prefettura di Lecco, il 10° Reggimento Genio Guastatori dell'esercito e le unità di pronto intervento locali.

Parallelamente il piccolo museo di Perledo si è attivato per avere assegnato il manufatto.[3]

In data 11 dicembre 2020 il presunto ordigno è stato estratto dal terreno ove era conficcato e trasportato in una zona sicura.

Quando estratto il manufatto è apparso essere un serbatoio vuoto, lungo quasi 190 cm.

La tesi più ovvia

La tesi più ovvia (granatieri) è stata che si trattasse di un elemento in dotazione agli aerei di guerra nazisti della Luftwaffe contenente ossigeno o cherosene. Si è giunti a tale conclusione sottoponendo il manufatto a radiografia (vuoto) e leggendo la scritta LUFTWAFFE che appare incisa nella zona apicale detta impropriamente coperchio, insieme ad altri numeri non ancora decifrati.

Le indagini

Lo stesso giorno in cui è stata portata alla luce la bombola, è stata avviata un'indagine informale che ha coinvolto centinaia di persone tra Italia e Germania, per scoprire più informazioni possibili sulla natura del ritrovamento, mediante comparazione con oggetti simili noti.

Esperti

L'indagine è stata condotta dal piccolo museo di Perledo e ha coinvolto tre comunità online di esperti di archeologia militare (aerei) della seconda guerra mondiale.[4][5][6]

Un esperto di ritrovamenti della seconda guerra mondiale afferma che la bombola potrebbe essere arrivata da un camion militare: ci dice che potrebbe essere una Sauerstoffflasche di grosse dimensioni. "Vi erano dei camion attrezzati con diverse di queste bombole montate in serie con compressore. Servivano per rifornire i vari aerei che avevano serbatoi alari (le bocce del velivolo Bf109) o nella fusoliera. Oppure l'alternativa è che fossero utilizzate nelle officine Luftwaffe per la fiamma ossidrica per taglio o altro tipo di saldatura".

Ipotesi un po' più complessa:

Il manufatto, lungo quasi 190 centimetri, sarebbe un serbatoio ad uso degli aerei Luftwaffe. Sarebbe stato montato sotto l'ala e sganciato una volta svuotato del proprio contenuto. La funzione di tale serbatoio sarebbe stata di fornire al motore una miscela di acqua e metanolo per aumentare la potenza dei motori aeronautici, iniettato alla stessa pressione del carburante, coerentemente con il sistema MW50.

Ipotesi di aerei che avrebbero potuto montare la bombola:

  • a) Bf 109 (modelli da Ga K)
  • b) JU88

Sistema MW50

1943 Handbook On German Military Forces Page 071 TM-E 30-451 Air force (Luftwaffe) uniforms miscellaneous - no known copyright

Un sistema di propulsione in uso sui velivoli Luftwaffe durante la seconda guerra mondiale. La sigla si riferisce a "Methanol Wasser 50", cioè "Metanolo Acqua 50", dove 50 indicava la percentuale in volume del metanolo nella miscela) era un sistema per aumentare la potenza dei motori aeronautici utilizzato dalla Luftwaffe durante la seconda guerra mondiale. Il sistema permetteva di aumentare la pressione di sovralimentazione, al di sotto della quota di adattamento, iniettando una miscela composta da metanolo e acqua nel condotto di aspirazione. Esistevano varie "bombole" di diversa capacità. Dai 70 ai 140 litri. L'esemplare ritrovato avrebbe potuto alloggiare all'interno dei serbatoi supplementari, quindi sganciabile dal velivolo durante il volo. Avrebbe contenuto una mistura di acqua e metanolo in proporzione del 50% acqua, 49,5% di metanolo e 0,5% di olio minerale protettivo.

Museo Fondazione Volandia di Malpensa

Il comitato scientifico del museo di Malpensa (Fondazione Volandia) presieduto dall’Avv. Claudio Andrea Tovaglieri, ci ha fatto pervenire un parere prezioso dell’ing. Maurizio Longoni, conservatore museale. La bombola - secondo la sua ipotesi - era un estintore carrellato contenente probabilmente polvere, un mezzo estinguente largamente usato dove giravano combustibili, riadattato per altro uso in tempo di pace, quindi trasportato nella zona del ritrovamento.[7]

Marina Militare

Secondo un parere informale si tratterebbe di una bombola di ossigeno per dotazione di bordo per un velivolo della Luftwaffe, periodo più probabile (vista la zona) 1944-45.[8]

Museo di storia militare di Berlino

"I nostri esperti non sono stati in grado di identificare con precisione l'oggetto che avete trovato. Tuttavia sembra che non facesse parte di un aeroplano, ma piuttosto apparteneva a un set di apparecchiature del personale di terra. Potrebbe essere stato un serbatoio di aria compressa per un estintore a polvere usato negli hangar e dai vigili del fuoco degli aeroporti."[9]


Fabio Festorazzi (sergente Alpini)

Consigliere di Perledo, già sergente degli Alpini. L’utilizzo del compressore presso la ex-cava sarebbe compatibile con l’ipotesi di un riadattamento della bombola in tempo di pace da parte di artigiani del posto, impegnati nell’attività di estrazione del marmo nero di Varenna (ex impresa Calvasina di Lecco).

Riccardo Leto (regista di film di guerra)

Sembra un a bombola d'ossigeno dell'aviazione tedesca. Date le dimensioni non penso che si potesse trovare a bordo di un velivolo. Forse poteva far parte di un sistema ad aria compressa.

Dettagli

Il manicotto saldato

La flangia, il "manicotto" saldato, è il punto dove veniva raccordato il contenitore al sistema che nell'ipotesi fosse collegato a un motore, portava la mistura agli iniettori (sistema che veniva azionato da un apposito interruttore nei pressi dei comandi del pilota).

Secondo un parere tecnico i dadi della flangia non sarebbero compatibili con quelli utilizzati sugli aerei perché privi di fori, usati per rafforzare la presa mediante fil di ferro.

Il coperchio

Il "coperchio" sarebbe nella sua posizione naturale: tramite la valvola veniva riempita la bombola. Il "coperchio" in realtà è un pezzo unico, fuso e quindi non staccabile dal resto della bombola.

Ipotesi utilizzo in ex-cava

Zona del ritrovamento

La zona è stata protagonista di una importante attività di estrazione, ora non è più operativa, ma resta rinomata per il prestigioso minerale estratto, il cosiddetto marmo nero di Varenna.

Secondo l'ipotesi di Festorazzi, il manufatto potrebbe essere la riconversione del serbatoio/bombola per il lavoro dei cavatori. Quindi un arnese utilizzato come strumento ad uso dei cavatori, cioè una bombola di gas pressurizzata per effettuare gli scavi pneumatici da collegare a un compressore.

Carrellino

Nei pressi della zona, nei giorni immediatamente successivi al ritrovamento della bombola/serbatoio è stato ritrovato anche un carrello giallo arrugginito con ruote non gommate.

L'ipotesi più probabile è che potesse servire per il trasporto della bombola, in uso ai cavatori?

Il punto di vista del Piccolo Museo di Perledo

“La tutela e la valorizzazione di questo ritrovamento – afferma Renato Ongania, direttore del piccolo museo di Perledo (www.perleidus.org) - rientra nell’ambito del Codice dei beni culturali e del paesaggio (entrato in vigore nel 2004) ed è lo scopo per cui ci stiamo impegnando. La prima domanda che ci siamo posti è stata: cos’è? Il nostro appello al Genio Guastatori di Cremona è servito a evitare che il ritrovamento venisse “smaltito” a prescindere o detto con altre parole “distrutto prima di aver prima portato a termine una accurata e necessaria fase conoscitiva”. Spesso le piccole amministrazioni adottano scelte sbrigative per liberarsi di ciò che di primo acchito appare come un fastidio".

Note

  1. Testimonianza raccolta da Bruno Maglia (Perledo) a sua madre in data 15 dicembre 2020.
  2. Dichiarazione di Fabio Festorazzi in data 17 dicembre 2020: "Nuccio stava svolgendo attività di volontariato per sistemare la cappella Maglia".
  3. E-mail del direttore di Perleidus - piccolo museo del 10 dicembre 2020 inviata al Tenente Colonnello Franco Cicogna, 10º Reggimento Genio Guastatori, Cremona.
  4. https://www.facebook.com/groups/1062459493859249/about
  5. https://www.facebook.com/groups/249366129448865/about
  6. https://www.facebook.com/groups/307013026848017/about
  7. E-mail indirizzata in data 14 dicembre 2020 a Perleidus da Fondazione Volandia.
  8. Messaggio ricevuto in data 17 dicembre 2020 da Marina Militare Italiana, base di Augusta (Catania).
  9. E-mail indirizzata a Perleidus da Militärhistorisches Museum Flugplatz Berlin-Gatow in data 17 dicembre 2020.