Alberto Ongania

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Alberto Ongania.

Alberto Ongania (Lecco 29 marzo 1969, Perledo 12 novembre 2022).

Cenni biografici

Ha studiato presso una scuola alberghiera in provincia di Sondrio e ha lavorato come cuoco in diversi ristoranti del lago di Como, con una parentesi di undici anni negli Stati Uniti che gli ha permesso di dedicarsi interamente al volontariato, presso la Chiesa di Scientology.

Amante dell'arte, si è dedicato allo studio della musica e della pittura, hobby che hanno accompagnato tutta la sua vita.

Si è allontanato dalla casa di Perledo (via per Esino, 49) lo scorso 11 novembre 2022, ritrovato morto il 3 dicembre 2022 dagli uomini del Soccorso Alpino con accanto il suo telefono cellulare a pochi chilometri da casa, a Perledo, in un dirupo in località Belvedere della frazione di Bologna.

Il cadavere è stato tumulato provvisoriamente presso il cimitero di Perledo (frazione Tondello), in attesa di poter essere cremato.


Ascendenza e nozioni araldiche

Araldica. Scudo della famiglia Ongania (de Hongania), forse in uso a Perledo già dal XIV sec. Lo scudo fu di nobiltà antica o generosa. Quale segno di distinzione nei documenti era il prefisso signorile di «ser».[1][2] Lo scudo qui proposto è stato restaurato e deriva da una copia che proviene dall'Archivio araldico Vallardi di Milano, stemmario Bianchi.[3]
Genitori Nonni Bisnonni
Ambrogio Ongania Martino Ongania  
 
Luigia Ongania  
Giancarlo Ongania  
Maria Bertarini Carlo Bertarini  
 
Rosa Benzoni  
Renato Ongania  
Luigi Festorazzi Benvenuto Festorazzi  
 
Rosa Vergottini  
Luigia Festorazzi  
Clementina Poletti Giacomo Poletti  
 
Edvige Tencalli  
 

Ascendenza patrilineare

  1. Giancarlo (1936 - 2011)
  2. Ambrogio (1902 - 1941)
  3. Martino (1860 - 1937)
  4. Luigi Francesco
  5. Martino
  6. Giuseppe
  7. Martino

Blasonature delle diverse versioni dello scudo

  1. D'Azzurro al paolo d'argento caricato di un albero sradicato di verde, accompagnato sulla destra da un crescente volto d'argento e sulla sinistra da tre stelle a cinque punte l'una sopra l'altra; col capo d'oro all'aquila di nero coronata dello stesso.[4]
  2. D’azzurro al palo d’oro caricato da una pianta al naturale ed accompagnato a destra da una mezzaluna crescente ed a sinistra da tre stelle male ordinate, il tutto d’oro; col capo d’oro all’aquila di nero.[5]
  3. Arma: Troncato: nel 1. d'azzurro, all'aquila spiegata di nero, coronata del medesimo, il tutto per inchiesta; nel 2. interzato in palo: a) d'azzurro, al crescente figurato volto d'oro, b) d'azzurro, al pino reciso al naturale, movente dalla punta, c) d'azzurro, a tre stelle d'oro.[6]

Voci correlate

  1. Famiglie nobili e notabili, Pensa P., La Quercia, Milano, 1976. Considerazioni Generali pubblicate al seguente indirizzo Internet: https://pietro.pensa.it/Le_antiche_famiglie_nobili_e_notabili_del_Lario_orientale
  2. http://aciate.blogspot.com/2013/09/bossi-casate-nobili.html
  3. Lo stemma è pubblicato in una versione leggermente diversa in Stemmi della Rezia Minore, Palazzi Trivelli, 1996 sulla base dello stemmario Paribelli-Prina, conservato presso la biblioteca civica "Pio Rajna" di Sondrio. Dalla medesima fonte anche la ripubblicazione Cognomi e Famiglie delle province di Como e di Lecco, Scotti G., Longatti M., La Provincia spa Editoriale Como-Lecco, 1997.
  4. Con riferimento allo Stemmario Bianchi. Blasonatura presente su Stemmi della Rezia Minore, a cura di Francesco Palazzi Trivelli et al. (1996).
  5. Adami Vittorio, (1927), Varenna e Monte di Varenna,https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Vittorio_Adami,_Varenna_e_Monte_di_Varenna_(1927).djvu/448
  6. Gianfranco Scotti, (1997), Cognomi e famiglie delle province di Como e di Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale Como, Lecco. Coincidente con la descrizione che appare in Stemmi della Rezia Minore.