Turismo: un asset difficile

A cura di Renato Ongania


Premessa

Ciò che fa di Varenna una delle località del Lago di Como più visitate di tutta la provincia di Lecco ha una genesi del tutto diversa dal turismo che riguarda Perledo. Per tale diversa origine l'asset "turismo" del comune di Varenna andrebbe affrontato con tecniche di benchmarking da strutturare intorno a località simili a Varenna, su altri laghi lombardi. Il risultato sarebbe una migliore comprensione della catena del valore del comparto turismo. Forse si aiuterebbe a meglio coordinare e "performare" l'offerta turistica di tutto il territorio, ridurre i disagi, migliorare il benessere di un maggior numero di soggetti. Il turista che si reca a Varenna, per dirla in altri termini, non è minimamente paragonabile al turista che decide di passare un week-end in un B&B di Perledo, salvo alcune sovrapposizioni di interessi (la vicinanza a Varenna, al traghetto, al battello, alla stazione dei treni). Non è difficile ipotizzare che oggi si preferisca un B&B di Perledo perché costa meno rispetto ad un hotel di Varenna.

Rispetto alle lamentele rispetto alla mancanza di parcheggi nel comune di Perledo non è di alcuna utilità argomentare che se non ci fosse "Varenna", i parcheggi di Perledo sarebbero più liberi: il territorio di Perledo serve (complemento oggetto) l'asset "turismo" del comune di Varenna, e non c'è nulla di sbagliato in questo, proprio nulla.

Il Monte di Varenna (ora Perledo) e l'abitato di Esino Lario, pur non beneficiando di un asset così importante come lo ha Varenna, meritano un'attenzione specifica:

"Perché la gente viene a Perledo?"

Per rispondere a questo interrogativo forse giova fare un tuffo nel passato, quando il fenomeno del turismo ha avuto inizio...

Il turismo ottocentesco

"Quando mi ricordo di Regoledo, mi pare che solamente in paradiso potrei trovare un luogo capace di farmelo dimenticare..." - Ippolito Nievo.[1]

La zona del Monte di Varenna, pur non potendo competere con il microcosmo di Varenna, ha cionondimeno avuto un ruolo da protagonista e di leader nel mercato del turismo, inizialmente con l'avventura imprenditoriale del Grand Hotel Regoledo: siamo nella seconda metà dell'Ottocento e la struttura di Francesco Maglia punta sulle cure idroterapiche, il potere taumaturgico dell'acqua fresca (termale) e persino sui benefici della quiete. Maglia (e i suoi finanziatori milanesi), mediante una formula semplice e innovativa, sono stati capaci di portare avanti un progetto faraonico per la piccola Regoledo. I segreti di tale formula di business sono ancora tutti da scoprire...

Il turismo novecentesco

Albergo Marcionni, da "Varenna e Monte di Varenna", Vittorio Adami, 1927.

"Visitarono Varenna i principi Umberto e Amedeo che alloggiarono all’albergo Marcionni; la guardia nazionale di Varenna, di Perledo e di Esino per turno fecero guardia d’onore agli augusti principi" - Vittorio Adami.[2]

Con le due guerre mondiali della prima metà del Novecento e con il conseguente progressivo cambiamento della struttura sociale, il progetto di Regoledo è diventato sempre meno sostenibile e l'edificio è servito sempre più come ospedale, clinica, ricovero.

Nel secondo dopoguerra, sull'intero territorio di Perledo, hanno preso piede i soggiorni di villeggiatura (fenomeno delle seconde case) di cittadini di Monza, della Brianza e di Milano.

Il turismo del Ventunesimo secolo

Con il XXI secolo, esaurita la prassi della villeggiatura (soggiorni lunghi estivi), si è assistito al fiorire di un altro mercato turistico, molto diverso dai precedenti, i soggiorni veloci di pochi giorni, quindi il nascere sul territorio di decine di Bed & Breakfast per sfruttare tale mercato.

Note

  1. Zampieri, F. (1948). APPUNTI SULL’EPISTOLARIO DI IPPOLITO NIEVO. Belfagor, 3(6), p. 665.
  2. https://it.wikisource.org/wiki/Varenna_e_Monte_di_Varenna/Secoli_XIX_e_XX/Ospiti_di_Varenna