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Nato in seno ad una famiglia di Parlasco e per questo detta “i Parlaschini”. <blockquote>«Nacque povero, visse da prodigo guadagnando molto e consumando tutto, da vero letterato, morì miserabile.»<ref>Di lui scrive Giuseppe Arrigoni nel fascicolo III dei suoi ''Documenti inediti riguardanti la storia della Valsássina ecc.'', s.d. ma 1857.</ref></blockquote>Completò i suoi studi a Parigi. | Nato in seno ad una famiglia di Parlasco e per questo detta “i Parlaschini”. <blockquote>«Nacque povero, visse da prodigo guadagnando molto e consumando tutto, da vero letterato, morì miserabile.»<ref>Di lui scrive Giuseppe Arrigoni nel fascicolo III dei suoi ''Documenti inediti riguardanti la storia della Valsássina ecc.'', s.d. ma 1857.</ref></blockquote>Completò i suoi studi a Parigi. | ||
Fu maestro di grammatica prima a Bellano, poi ad Asso, ed quindi professore di belle lettere e rettore del Collegio Calchi | Fu maestro di grammatica prima a Bellano, poi ad Asso, ed quindi professore di belle lettere e rettore del Collegio Calchi Taeggi a Milano.<ref>https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00322/</ref> | ||
Bersagliato per tutta la vita dall’invidia e dalle disgrazie, ritornò nel 1651 a Bellano a “''terminare gli anni dell’infiacchita vecchiezza''”, com’egli si esprime in una lettera di congratulazione in data 18 agosto del 1652 a Martino Denti di Bellano per la costui elezione al vescovado di Stróngoli. | Bersagliato per tutta la vita dall’invidia e dalle disgrazie, ritornò nel 1651 a Bellano a “''terminare gli anni dell’infiacchita vecchiezza''”, com’egli si esprime in una lettera di congratulazione in data 18 agosto del 1652 a Martino Denti di Bellano per la costui elezione al vescovado di Stróngoli. |
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