Castello di Vezio

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Veduta del Castello di Vezio e frazione di Vezio, da Perledo.
Copertina Album dei Pooh.
Castello di Vezio con Varenna, veduta dal Lago di Como.

Il Castello di Vezio è una fortificazione che in passato ha avuto funzioni militari. Oggi è meta turistica molto gettonata per decine di migliaia di visitatori del Centro Lago, al pari dell'Orrido di Bellano, delle ville di Varenna, di Menaggio o di Bellagio.

Si trova su un promontorio panoramico situato sul confine tra i comuni di Varenna e Perledo, ai piedi del parco della Grigna Settentrionale.

Con il termine "Castello di Vezio" non ci si riferisce ad un borgo cintato, anche se in età comunale il castello[1], più propriamente "torre" di Vezio, costituiva un elemento del borgo fortificato di Varenna, feudo vescovile; la torre di avvistamento risale all'XI secolo e non è stata una dimora dei signori feudali, infatti non vi è alcuna evidenza o traccia di stanze in cui i signori poterono alloggiare.

La torre centrale è raggiungibile mediante un ponte levatoio in legno. Una scala in ferro conduce alla sommità da cui è possibile osservare buona parte del Lago di Como e dei paesi rivieraschi, a ovest le montagne che confinano con la vicina Svizzera e ad oriente le terre un tempo chiamate "Monte di Varenna", oggi Perledo.

La torre è circondata da mura in sasso ed è accessibile con un biglietto d'ingresso a pagamento da marzo a novembre.

Nelle mura di cinta c'è una torre secondaria angolare sulla cui scala sono saliti i Pooh nel 1973.[2]

Nei giardini sono presenti dei sotterranei parzialmente visitabili: si tratta di un appostamento del sistema difensivo italiano alla frontiera nord verso la Svizzera, impropriamente noto come "Linea Cadorna", destinato a battere d'infilata la vallata che da Porlezza scende a Menaggio nel caso di un possibile tentativo tedesco di invasione attraverso il neutrale territorio elvetico. Al suo interno ospitava degli obici da 75 mm.

Come si raggiunge

Il Castello di Vezio non è raggiungibile in auto. Occorre arrivarci attraverso un sentiero che parte da Varenna oppure (più breve) da Perledo, passando dall'omonima frazione (Vezio), ove è possibile parcheggiare l'auto.

Poiché il parcheggio della frazione di Vezio è sovente "pieno", si può valutare di lasciare l'auto 500 metri dopo la svolta presente sul tornante della Strada Provinciale 65 (via per Esino), in località Campallo, in uno dei posti auto a lato della carreggiata, quindi scendere verso il torrente Esino, visitare l'antico mulino del '600 e ripercorrere a piedi il Sentiero del Viandante in salita nel tratto Campallo - Vezio.

Storia

Risalente al XI secolo, il castello fu più volte rimaneggiato nel corso dei secoli.

Al periodo tardoromano risalivano invece un elmo gladio riportati alla luce alla fine dell'Ottocento ma andati successivamente perduti.[3]

La torre, di età comunale, costituiva il nucleo di un borgo fortificato entro cui i varennesi e i profughi dell'isola Comacina si rifugiarono durante gli attacchi sferrati dai comaschi dopo la completa devastazione della stessa isola.

La rocca seguì il destino di Varenna, a cui era stata unita da muri che scendevano fino al lago difendendo il borgo. Divenne un feudo vescovile insieme a Varenna. Successivamente divenne di proprietà della famiglia Lattuada di Lierna per lungo tempo.

Nel 1600 sorse una lite tra il parroco di Varenna e il Duca di Monte Marcino, a causa dell’occupazione di quest’ultimo della torre di Vezio nonostante i diritti vantati dalla parrocchia di Varenna. La causa per il possesso del castello fu vinta dal Conte della Riviera, il quale pose in affitto i suoi possedimenti di Vezio, nel 1619 a Giov. Antonio Forno, nel 1631 a Giovanni Antonio de Tarelli e nel 1656 ad Antonio Tarelli.

Ne scrive Il Parlaschino nel 1635, come riportato da Vittorio Adami nel 1927, a cui aggiunge l'informazione secondo cui la proprietà della torre era della famiglia Crivelli Serbelloni.

Nel 1647 le terre di Perledo e Varenna vennero investite nel feudo valtellinese del conte Giulio Monti.

Nel 1778, l’infeudamento di Varenna passò alla famiglia Serbelloni, la cui congiunta, Crivelli Serbelloni, mantenne il possesso della torre di Vezio fino all’Ottocento.

Nel 1891 si scoprirono alcune tombe risalenti all'età del ferro.

La proprietà passò poi alla famiglia Greppi agli inizi del Novecento grazie a Donato Greppi.

Durante la prima guerra mondiale, poco sotto alla rocca fu installata una postazione legata alle fortificazioni della Frontiera Nord.

Nel 1956 affiorarono spade, elmi e frecce in ferro con cuspide triangolare.

Attualmente, il castello appartiene alla nipote di Donato Greppi, Manuela Greppi, che ne condivide la proprietà con il coniuge Maurizio di Robilant.

Curiosità

Araldica

  • Tra i racconti (leggende) legati al Castello di Vezio appare anche la figura della Regina Teodolinda. Nello stemma del Comune di Perledo, approvato dal Presidente della Repubblica, è stato inserito il simbolo raffigurante un anello, appunto della Regina Teodolinda, evidentemente per significare il legame di Perledo con la regina associata al Castello di Vezio.

Sfruttamento dell'immagine

  • Il Castello di Vezio è stato scelto come logo della Pro Loco Perledo nei primi anni '70.
  • Il Castello di Vezio è stato scelto come location per la copertina di un album dei Pooh nel 1973.[2]
  • Nelle elezioni amministrative di Perledo del 2021 tutte e tre le liste civiche hanno inserito nel proprio logo il Castello di Vezio, quasi a significare un elemento irrinunciabile dell'identità territoriale di Perledo.

Composizioni poetiche

  • un'ode alla Torre di Vezio è stata composta da Renato Ongania nel 2023, liberamente ispirata da una iscrizione originale in latino commissionata a Il Parlaschino, poeta, all’anagrafe Paolo Emilio Busi (Parlasco 1571 – Bellano 1653). Sepolto a Perledo (LC) nel santuario della Madonna delle Grazie, località Gittana (Perledo, LC).[4]
Vezio - Renato Ongania.png

Note

Bibliografia

Libri

  • 1991, Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991, p. 77.

Video

Fotografie

Collegamenti esterni


Note

  1. https://www.treccani.it/vocabolario/castello/
  2. 2,0 2,1 http://www.ipooh.it/notizie-2017/notizie-2017-10-03-il-castello-di-vezio-ed-i-suoi-cavalieri.html
  3. 1991, Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991, p. 77.
  4. La Torre di Vezio: Maestà Eterna, Renato Ongania. In Poeti nella Società, Cenacolo Accademico Europeo Poeti nella Soceità Associazione non profit, Acerra (NA), XXI, 121, NovDic, p. 24.