Turismo: un asset difficile

Da WikiPerledo.
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Nell'arco di un paio di secoli si è passati da un turismo affrancato a certe élites, alle villeggiature lunghe estive, per arrivare all'attuale modello di turismo di massa che allarma molti residenti.

Un angolo di Varenna.
Varenna.
Fiumana di persone arrivate in stazione FS e dirette a Varenna. Primavera 2023.

A cura di Renato Ongania


Premessa

Ciò che fa di Varenna una delle località del Lago di Como più gettonate di tutta la provincia di Lecco ha una genesi del tutto diversa dal turismo che riguarda Perledo. Per tale diversa origine l'asset "turismo" del comune di Varenna andrebbe affrontato con tecniche di benchmarking da strutturare intorno a località simili a Varenna, località (o borghi se si preferisce il lemma del marketing turistico) di altri laghi lombardi. Il risultato di tale approccio sarebbe una migliore comprensione della catena del valore del comparto turismo. Forse si aiuterebbe a meglio coordinare e "performare" l'offerta turistica di tutto il territorio, inclusi Bellano, Lierna e i comuni più montani come Perledo ed Esino Lario, ma sopratutto ridurre i disagi per i residenti, ancorché migliorare il benessere di un maggior numero di soggetti.

Sulle lamentele dei residenti o dei proprietari di seconde case per i disagi

Il turista che si reca a Varenna, per dirla in altri termini, non è minimamente paragonabile al turista che decide di passare un week-end in un B&B di Perledo, salvo alcune sovrapposizioni di interessi (la vicinanza a Varenna, al traghetto, al battello, alla stazione dei treni).

Non è difficile ipotizzare che oggi si preferisca un B&B di Perledo perché costa meno rispetto ad un hotel di Varenna... ma cosa si nasconde dietro a questa facile semplificazione?

Rispetto alle lamentele dei residenti e ai disagi della mancanza di parcheggi nel comune di Perledo non è di alcuna utilità argomentare che se non ci fosse "Varenna", i parcheggi di Perledo sarebbero più liberi. O che "Perledo è diventato un paese dormitorio", o che "a guadagnarci dal turismo di massa sono solo pochi"... La verità nuda e cruda è un'altra, il territorio di Perledo SERVE (complemento oggetto) l'asset "turismo" del comune di Varenna, soprattutto nella stagione estiva. E cosa ci sarebbe di sbagliato in questo? Proprio nulla.

Per essere ancora più concreti, l'asset intangibile che più caratterizza il turismo perledese non è il "panorama mozzafiato", che pure contribuisce alla determinazione di un asset turismo per il piccolo comune, ma la propria (fortunata) vicinanza a Varenna, al ferry boat (traghetto), alla stazione dei treni.

La logica della contrapposizione (campanilistica) di alcuni perledesi, oltre ad apparire come anacronistica, sembra non avvantaggiare l'intelletto dei parlanti, rispetto ai benefici che deriverebbero dall'analisi oggettiva del fenomeno turismo, dalla comprensione dell'asset turismo.

Per tali considerazioni (forse) è opportuno parlare di un asset difficile.

Il Monte di Varenna (ora Perledo) e l'abitato di Esino Lario non beneficiano di un asset tanto importante quanto Varenna né nella domanda, né nell'offerta. E costruire più parcheggi mangiando ulteriore suolo è quanto di meno sostenibile si possa pensare per favorire un più ordinato afflusso turistico considerato che si parla di uno sfruttamento di tali spazi aggiuntivi, limitato a pochi mesi all'anno.

L'afflusso di persone che registra ogni anno Varenna è la (giusta) ricompensa alla straordinaria suggestione che offre la passeggiata a lago, per non parlare delle viuzze interne di Varenna... o delle sue ville. Ed è anche frutto della (fortunata) prossimità con Bellagio mediante il servizio navigazione del lago, oltre che della stazione FS dei treni.

Ciò non ci esime dalla responsabilità di porre sotto una lente d'ingrandimento le dinamiche che muovono il turismo di Perledo? Nemmeno per idea. Iniziando dal fenomeno Castello di Vezio che andrebbe studiato in un'ottica di "bene comune", patrimonio di proprietà privata che svolge una funzione pubblica includendo persino il ruolo di leva turistica.

In ultima analisi occorre chiedersi sempre: "Perché la gente viene a Perledo?"

Sulle ragioni occorrerebbe elaborare delle strategie per migliorare l'offerta e non scadere nella banalità trita e ritrita del "Perché c'è un panorama mozzafiato", forse giova fare un tuffo nel passato, quando il fenomeno del turismo ha avuto inizio, un incipit imprenditoriale, quando cioè si è impiantato sul territorio un progetto (imprenditoriale) legato al turismo... e che progetto signori! Un'idea che ha funzionato 365 giorni all'anno, e per una serie di lustri.

Si è puntato sul lago? Nemmeno per idea!

Si è scommesso sull'estate? Neanche!

Sulla salute? Esatto, sulla salute (quasi preconizzando la definizione che ne darà l'OMS, cioè salute di mente e spirito).[1]

Il turismo ottocentesco

Ippolito Nievo.

"Quando mi ricordo di Regoledo, mi pare che solamente in paradiso potrei trovare un luogo capace di farmelo dimenticare..." - Ippolito Nievo.[2]

La zona del Monte di Varenna, pur non potendo competere con il microcosmo di Varenna, ha cionondimeno avuto un ruolo da protagonista e di leader nel mercato del turismo. Tra tutti i progetti spicca l'avventura imprenditoriale del Grand Hotel Regoledo. Siamo nella seconda metà dell'Ottocento, in quel periodo nasce la struttura di Francesco Maglia, imprenditore che scommette sulle cure idroterapiche, le terme, il potere taumaturgico dell'acqua fresca (di sorgente), e perché no, persino sui benefici della quiete.

Maglia (e i suoi finanziatori milanesi), mediante una formula semplice e innovativa, sono stati capaci di portare avanti un progetto faraonico per la piccola Regoledo. Ma i segreti di tale formula di business, sono ancora in parte da scoprire... Indubbiamente si possono scorgere, o intuire, i legami con certe élites del tempo!

Il turismo novecentesco

Albergo Marcionni, da "Varenna e Monte di Varenna", Vittorio Adami, 1927.

"Visitarono Varenna i principi Umberto e Amedeo che alloggiarono all’albergo Marcionni; la guardia nazionale di Varenna, di Perledo e di Esino per turno fecero guardia d’onore agli augusti principi" - Vittorio Adami.[3]

Con le due guerre mondiali della prima metà del Novecento e con il conseguente progressivo cambiamento della struttura sociale, il progetto di Regoledo è diventato sempre meno sostenibile e l'edificio è servito sempre più come ospedale, clinica, ricovero.

Nel secondo dopoguerra, sull'intero territorio di Perledo, hanno preso piede i soggiorni di villeggiatura (fenomeno delle seconde case) di cittadini di Monza, della Brianza e di Milano.

Il turismo del Ventunesimo secolo

Con il XXI secolo, esaurita la prassi della villeggiatura (soggiorni lunghi estivi), si è assistito al fiorire di un altro mercato turistico, molto diverso dai precedenti, i soggiorni veloci di pochi giorni, in gran parte stranieri, quindi il nascere sul territorio di decine di micro-imprese Bed & Breakfast, studiate e funzionali ad un certo tipo di mercato.

Note