UN GIOIELLO DEL PASSATO SULLE RIVE DEL LARIO...

Anno 1910.

Le terme

Le terme di Regoledo erano un impianto idroterapico situato a Regoledo, frazione del comune di Perledo in provincia di Lecco.

Il Grand Hotel Regoledo

L'edificio principale era quello del Grand Hotel Regoledo, dalla forma allungata che dominava una verde radura affacciata sul lago di Como.

Il complesso risale al 1851 e fu realizzato per volere di Sergio Maglia, imprenditore operante nell'industria cartiera, nei pressi della sorgente termale Cornasca.

Questa funicolare è davvero singolare, partita da un idea di Francesco Maglia nel 1852, fu poi perfezionata nel 1903 da due ingegneri svizzeri.[1]Si adottò una tecnologia allora sperimentale che avrebbe raggiunto la propria maturità solo qualche decennio più tardi, grazie anche alla realizzazione delle prime funicolari italiane. Oltre ai servizi di navigazione, già attivi, in fase di progettazione si tenne conto anche della collocazione di un'apposita fermata lungo la ferrovia Milano-Lecco, il cui tratto Lecco-Colico fu inaugurato il 26 giugno 1892.

Il Grand Hotel fu attivato nel 1858 e nel 1890 fu rilevato dagli imprenditori milanesi Marini e Legnani. L'area era raggiungibile da una piccola strada sterrata tra vigne e frutteti, a piedi o noleggiando un asino.

Il Grand Hotel Regoledo divenne ben presto rinomato per le cure idroterapiche che vi venivano prestate, trattamento alla moda nell'alta società milanese della cosiddetta fin de siècle.

Ciò attirò fra l'altro numerose personalità quali Cesare Cantù, Antonio Stoppani, Massimo d'Azeglio, Amilcare Ponchielli, Arturo Toscanini, Ferenc Gylay[1], D’Annunzio[1], Agostino Gemelli, Radestzky[1] e, nel 1858, Ippolito Nievo, contribuendo ad aumentare la sua fama nel corso degli anni.[2] Questo Hotel era davvero esclusivo e ricco, in rapporto alla sua epoca, di ogni comfort all’avanguardia. Vi soggiornò persino l’ultimo Re d’Italia Umberto II di Savoia con la Moglie Maria Josè e i suoi tre figli, e molti altri ancora.[1]

La funicolare

Ci sono due tracciati monorotaia di diversa pendenza separati tra loro a metà e quindi ci sono due cabine, una per ogni tracciato, da otto posti l’una, formate ognuna da due scompartimenti. Sotto la cabina vi è un serbatoio d’acqua. L’acqua fa da contrappeso e serve per movimentare, per gravità la funicolare.

A metà percorso avviene un travaso d’acqua tra una cabina e l’altra mentre i passeggeri devono cambiare cabina per proseguire la corsa.

Il peso dell’acqua fa in modo che la funicolare scorra ad una velocità di 1,16 metri al secondo. Gravità, freni, volume d’acqua, pendenza e carico sono state ben calcolate per far in modo che il sistema funzioni sfruttando la sola forza di gravità abbinata alle due diverse pendenze.[1]

Le tristi vicende legate alla prima guerra mondiale portarono nel 1916 a una sospensione del servizio della funicolare e la sua riapertura nel 1917 in conseguenza dell'utilizzo dell'albergo quale sezione distaccata dell'ospedale di Milano. Dopo un breve periodo di ripresa del traffico turistico avvenuta durante gli anni trenta un cambio d'uso analogo a quello precedente si ebbe durante il secondo conflitto al termine del quale il complesso raggiunto dalla funicolare mutò la sua natura diventando una colonia estiva.

La funicolare cessò il servizio nel 1960 e oggi il Grand Hotel ospita un centro per l'assistenza di persone diversamente abili di proprietà della Fondazione Istituto Sacra Famiglia.

Recensioni

«Quando mi ricordo di Regoledo, mi pare che soltanto in Paradiso potrei trovare un luogo capace di farmelo dimenticare...» (Ippolito Nievo)

Galleria fotografica

Note