Paolo Emilio Busi: differenze tra le versioni

Da WikiPerledo.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Nessun oggetto della modifica
Riga 1: Riga 1:
[[File:Map of comune of Parlasco (province of Lecco, region Lombardy, Italy).svg|miniatura|Mappa di Parlasco (LC).]]
[[File:Map of comune of Parlasco (province of Lecco, region Lombardy, Italy).svg|miniatura|Mappa di Parlasco (LC).]]
[[File:Chiesa parrocchiale della Natività di Maria in Gittana.jpg|miniatura|Chiesa di Gittana. Sulla sinistra si vede la chiesa relativa alla tomba del Parlaschino.]]
[[File:Chiesa parrocchiale della Natività di Maria in Gittana.jpg|miniatura|Chiesa di Gittana. Sulla sinistra si vede il Santuario dove c'è la tomba del Parlaschino.]]
[[File:Tomba Parlaschino.jpg|miniatura|Pavimento della chiesa dove è sepolto Il Parlaschino (Gittana).]]
[[File:Tomba Parlaschino.jpg|miniatura|Pavimento del Santuario della Madonna delle Grazie dove è sepolto Il Parlaschino (Gittana).]]
'''Paolo Emilio Busi''' (Parlasco 1571 - Bellano 15 gennaio 1653), detto '''Il Parlaschino''', è stato un poeta e professore.
'''Paolo Emilio Busi''' (Parlasco 1571 - Bellano 15 gennaio 1653), detto '''Il Parlaschino''', è stato un poeta e professore.<ref>http://www.comune.parlasco.lc.it/c097064_s/zf/index.php/storia-comune</ref>


Nato in seno ad una famiglia di Parlasco e per questo detta “i Parlaschini”. <blockquote>«Nacque povero, visse da prodigo guadagnando molto e consumando tutto, da vero letterato, morì miserabile.»<ref>Di lui scrive Giuseppe Arrigoni nel fascicolo III dei suoi ''Documenti inediti riguardanti la storia della Valsássina ecc.'', s.d. ma 1857.</ref></blockquote>Completò i suoi studi a Parigi.  
Nato in seno ad una famiglia di Parlasco e per questo detta “i Parlaschini”. <blockquote>«Nacque povero, visse da prodigo guadagnando molto e consumando tutto, da vero letterato, morì miserabile.»<ref>Di lui scrive Giuseppe Arrigoni nel fascicolo III dei suoi ''Documenti inediti riguardanti la storia della Valsássina ecc.'', s.d. ma 1857.</ref></blockquote>Completò i suoi studi a Parigi.  

Versione delle 10:16, 30 mar 2022

Mappa di Parlasco (LC).
Chiesa di Gittana. Sulla sinistra si vede il Santuario dove c'è la tomba del Parlaschino.
Pavimento del Santuario della Madonna delle Grazie dove è sepolto Il Parlaschino (Gittana).

Paolo Emilio Busi (Parlasco 1571 - Bellano 15 gennaio 1653), detto Il Parlaschino, è stato un poeta e professore.[1]

Nato in seno ad una famiglia di Parlasco e per questo detta “i Parlaschini”.

«Nacque povero, visse da prodigo guadagnando molto e consumando tutto, da vero letterato, morì miserabile.»[2]

Completò i suoi studi a Parigi.

Fu maestro di grammatica prima a Bellano, poi ad Asso, ed quindi professore di belle lettere e rettore del Collegio Calchi-Traegio a Milano.

Bersagliato per tutta la vita dall’invidia e dalle disgrazie, ritornò nel 1651 a Bellano a “terminare gli anni dell’infiacchita vecchiezza”, com’egli si esprime in una lettera di congratulazione in data 18 agosto del 1652 a Martino Denti di Bellano per la costui elezione al vescovado di Stróngoli.

Ed infatti ivi spirò nella grave età d’anni 82 il giorno 15 gennaio del 1653, ed il dì 11 giugno successivo venne il suo cadavere trasportato nel sepolcro che egli stesso nella chiesa della Natività di Gittana si era preparato nel timore di essere colto dalla terribile e celebre peste del 1630, di cui furono vittime gli amici suoi Gussalli e Boldoni e che egli aveva schivato ritirandosi a Gorgonzola in casa di un suo parente.

Sulla pietra sepolcrale nel pavimento della chiesa di Gittana ancor si legge l’iscrizione che aveva fatto scolpire così concepita:

DONEC TUBA

PAULUS AEMILUS PARLASCHINUS

FREQUENTISSIMA ULTIMI TERRIBILIUM

COGITATIONE COMMOTUS IN HOC

DELUBRO UBI CASIBUS ADVERSIS

PRÆSENTEM DIVINI NUMINIS

CLEMENTIAM EST EXPERTUS HUNC

TUMULUM SIBI PONENDUM CURAVIT

ANNO REPARATIONIS HUMANÆ

MDCXXX ETATIS SUÆ LX

QUIESCAM.[3]

Opere

  • «Documenti Inediti riguardanti la storia della Valsassina e delle terre limitrofe»[4]
  • «De Patriae suae praestantia»
  • «De Francisci Parlaschini vita et litteris»

Citazioni

Dalla Francia ritornerà in Valsassina, in una casa «super amoenissimum Parlaschi collem» che guarda la Mugiasca «inter omnes Vallissaxinae montes insignem», con alle spalle invece l’Agueglio che d’inverno toglie dopo mezzodì a quei di Parlasco i raggi solari per più di quaranta giorni, «plus quadraginta dies occultat».[5]

Castello di Vezio (Torre)

Castello di Vezio (torre).

Nel 1631 l’investitura della torre è data a Giovanni Antonio de Tarelli f. q. Ambrogio.

Nel 1656 la torre è affittata ad Antonio Tarelli.

Il professore Bodo Abcard nella sua opera illustrata: Die Burgen Italiens, riproduce la merlatura del castello di Vezio, come uno dei più tipici esemplari, col castello di Cly in Valle d’Aosta, di merlatura quadrata.

Il poeta Parlaschino ha dettato le seguenti iscrizioni sulla torre di Vezio:

Super sacram Varenatii turrim

Turrim Martio furori antiquitus obiectum

quam ad hostiles impetus arcendos

exterorumque irruptiones reprimendas

erectam solo Principum Dissensiones

aquarunt. Recens divino cultui dicatum

unanimes Varenatum assensiones

renovare ceperunt.

Anno Post Virginis Partum mdcxxxv.

Alia

D.O.M.

Varenna fame, peste et bello graviter afflicta mdcxxxv sacram hanc Turrim a fundamentis erexit. Que tandem fastigia decorata.

Anno domini mdcxxxv.

Secondo queste due iscrizioni la torre non solamente sarebbe stata riadattata, ma addirittura riedificata nel 1635.[6]

Voci correlate

Castello di Vezio

Note